I sintomi a volte possono essere invalidanti
I sintomi più comuni di endometriosi sono dolore pelvico cronico, cicli mestruali anormali (solitamente più abbondanti) e problemi di fertilità, ma anche rapporti sessuali dolorosi, pressione rettale e dolore associati ai movimenti intestinali o durante la minzione, specialmente prima del ciclo. Si può anche provare dolore nelle zone circostanti, ad esempio alle cosce, ai fianchi, alla schiena. Per via della sintomatologia che tende a recidivare, l’endometriosi è una patologia che coinvolge globalmente la salute delle donne, non solo dal punto di vista fisico ma anche da quello psicologico.
La diagnosi è difficile
Purtroppo la maggior parte dei sintomi dell’endometriosi è comune anche ad altre condizioni, come ad esempio la sindrome del colon irritabile o le cisti ovariche. Infatti, prima di arrivare a una diagnosi corretta, si impiegano in media 7-8 anni, durante i quali il più delle volte la sintomatologia dolorosa non è adeguatamente trattata. Se avvertite dolori continui o fastidi che non riuscite a curare, il consiglio è di parlarne subito con il ginecologo.
La visita bimanuale e l’esplorazione rettale, eseguite dal medico, sono fondamentali per poter valutare la presenza della malattia nella parte bassa della pelvi. Vengono inoltre effettuati esami di laboratorio per verificare la positività a determinati marcatori sierici che possono far sospettare la presenza della malattia. L’ecografia presenta un’elevata accuratezza diagnostica, eventualmente da abbinare a una risonanza magnetica. Tuttavia la diagnosi vera e propria si può avere solo con l’istologia, quindi a seguito di un intervento chirurgico.
Le cause non sono ancora note
In presenza di endometriosi, il tessuto che normalmente è posizionato all’interno dell’utero - l’endometrio - cresce esternamente, si ispessisce, si rompe e sanguina con ogni ciclo mestruale. Quando l’endometriosi coinvolge le ovaie, si possono formare cisti chiamate endometriomi, il tessuto circostante può irritarsi e sviluppare tessuto cicatriziale e aderenze.
La cura?
Non esiste una cura uguale per tutte le donne. Al contrario, una terapia personalizzata può risultare efficace. Inizialmente si può optare per i farmaci antidolorifici da prendere al bisogno. Se necessario, il ginecologo può prescrivere terapie specifiche per l’endometriosi. Una terapia valida è rappresentata dall’uso di contraccettivi ormonali (soprattutto in regime continuativo), che, oltre a proteggere la donna da gravidanze indesiderate, producono un effetto benefico sul dolore.
Questo perché l’ascesa e la caduta degli ormoni durante il ciclo induce gli impianti endometriali ad ispessirsi, rompersi e sanguinare. La cura ormonale può rallentarne la crescita e prevenire nuovi impianti di tessuto endometriale. È possibile, tuttavia, che si verifichi una recidiva dopo l’interruzione del trattamento.
Nei casi di endometriosi più severa, risulta utile l‘intervento chirurgico che, a seconda della zona interessata, potrà essere effettuato in laparoscopia (i 3 buchini sulla pancia) oppure laparotomia (il taglio “tipo cesareo”).