L’esame citologico delle urine (anche citologia urinaria) è un esame di laboratorio non invasivo con il quale si ricerca l’eventuale presenza di cellule anomale nelle urine. L’esame citologico delle urine non è un test di routine, ma viene generalmente richiesto dal medico in seguito o a un esame standard delle urine che ha messo in evidenza risultati anomali oppure dopo che il paziente ha riferito la presenza di alcuni sintomi o segni riferibili a disturbi dell’apparato urinario.
I sintomi che possono indurre un medico a richiedere un esame citologico delle urine, a maggior ragione in presenza di risultati anomali di un esame standard delle urine, sono:
- ematuria (presenza di eritrociti nelle urine)
- emoglobinuria (presenza di emoglobina nelle urine)
- pollachiuria (aumento del numero di minzioni nel corso delle 24 ore, associato a una riduzione del volume di urina emesso per ogni minzione)
- stranguria (minzione intermittente, detta spesso “goccia a goccia”)
- disuria (difficoltà nella minzione)
- dolore e/o bruciore durante la minzione.
Altri motivi che motivano la richiesta dell’esecuzione di un esame citologico delle urine sono:
- monitoraggio di soggetti che stanno sottoponendosi a trattamenti per forme tumorali che interessano l’apparato urinario;
- monitoraggio di soggetti sottoposti a radioterapia della pelvi o a trattamenti chemioterapici;
- esposizione per ragioni professionali ad agenti potenzialmente cancerogeni (è per esempio il caso di coloro che lavorano nell’industria delle vernici).
L’esame citologico delle urine ha un’importanza fondamentale nella diagnosi dei tumori che interessano il tratto urinario perché è un test che consente di evidenziare gli elementi cellulari derivanti dalle zone superficiali di alcune neoplasie. In condizioni normali, nelle urine non si dovrebbe riscontrare la presenza di cellule anomale, ma vi sono alcune condizioni patologiche (non solo tumorali, è bene precisarlo) in cui le urine, durante il loro passaggio dai reni all’uretra, raccolgono dei detriti cellulari che derivano dalla desquamazione dell’epitelio urinario.
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