È risaputo che la pratica sportiva induca profonde modificazioni dell'organismo, a loro volta responsabili di una maggior funzionalità generale. Queste sono differenti in base all'attività e al carico allenante ma, soprattutto, in base al tipo di impegno muscolare, metabolico e cardio-respiratorio. Migliorando l'efficienza cardio-circolatoria, il cuore pompa più sangue ed esegue meno battiti al minuto; parallelamente, la pressione di abbassa. Gli scambi gassosi migliorano, i bronchi si dilatano più facilmente e gli atti respiratori diminuiscono nell'unità di tempo. Si ha quasi sempre una buona omeostasi glicemica, una lipemia nei margini di sicurezza ecc.
A primo acchito, sembrerebbe che le analisi del sangue dello sportivo debbano risultare "sempre perfette". In realtà non è così. L'esercizio motorio, soprattutto intensa e/o prolungata, può alterare diversi fattori del sangue e delle urine. A causa dell'aumentata attività metabolica, infatti, certi parametri "escono dal range di normalità"; non per questo, tuttavia, devono essere considerati come marcatori patologici.
Com'è comprensibile tuttavia, la prima reazione è sempre di "paura". Segue il consulto medico di base, che purtroppo non sempre è in grado di tranquillizzare il mal capitato, ulteriormente indirizzato ad uno specialista. Nella migliore delle ipotesi, il professionista identifica rapidamente "la circostanza", e può stabilire se la o le alterazioni devono essere ragione di allerta o, viceversa, se trattasi di una normale conseguenza dell'esercizio fisico.
Le analisi del sangue dello sportivo possono risultare alterate soprattutto per due ragioni:
- Modificazioni emoreologiche esercizio indotte in acuto e nell'immediato post-esercizio. Rappresentano un cambiamento immediato di vari parametri, situazione per la quale si consiglia sempre di eseguire gli accertamenti programmati in condizioni di assoluto riposo.
- Presenza di metaboliti e cataboliti che permangono anche nel lungo post-esercizio. Trattasi di alterazioni fisiologiche che "dovrebbero" rientrare nei valori di normalità a distanza di circa 1-2 giorni (ma dipende dal carico allenante applicato). Va da se' che, ravvicinando le sedute, questi parametri risulteranno cronicamente alterati ma non per questo patologici.
Consigli pratici
Le analisi del sangue dello sportivo dovrebbero essere valutate in maniera più "elastica" rispetto al sedentario. L'aumento di certi marker plasmatici, come CPK, creatinina, BUN, transaminasi e altri enzimi cellulari, nell'atleta è spesso riconducibile alla pratica allenante. Rimane pertanto fondamentale contestualizzare i valori fuori range, valutando anche lo stato di salute generale, la presenza di sintomi o segni clinici utili, la storia clinica della persona e, non di meno, altri marker più indicativi.
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